Gaia

Un dolcissimo brano d’ispirazione ecologista da una voce raffinata e discreta.



“Gaia”

The sky was light and the land all dark, the sun rose up over Central Park.
I was walking home from work, Gaia.

The petal sky and the rosy dawn, the world turning on the burning sun.
Sacred wet green one we live on, Gaia.

Run, run, run, run said the automobile and it ran, run for your life, take to your heels.
Foolish school of fish on wheels, Gaia, Gaia

Turn away from your animal kind, try to leave your body just to live in your mind.
Leave your cold cruel mother Earth behind, Gaia.

As if you were your own creation, as if you were the chosen nation.
The world around you, just a rude and dangerous invasion, Gaia, Gaia, Gaia
.

Someone’s got to stop us now, save us from us Gaia, no one’s gonna stop us now.

We thought we ought to walk awhile, so we left that town in a single file.
Up and up and up, mile after mile after mile.
We reached the tree line and I dropped my pack,
sat down on my haunches and I looked back down over the mountain,
helpless and speechless and breathless, Gaia.

Pray for the forest pray for the tree, pray for the fish in the deep blue sea.
Pray for yourself and for God’s sake, say one for me, poor wretched unbeliever.

Someone’s got to stop us now, save us from us Gaia, no one’s gonna stop us now

– James Taylor –

Biografie in musica – Cirano

La storia di Cyrano de Cergerac è una delle più affascinanti mai scritte. Nato dalla penna di Edmod Rostand, Cyrano è uno spadaccino dall’indole sanguigna e dalla lingua tagliente che non accetta i compromessi e che si fa beffa dei propri nemici. E’ anche un uomo intelligente e autorionico e sa anche ridere di sè e del suo smisurato naso, all’occorrenza.

Ma dietro tutta questa spavalderia si nasconde il suo amore segreto per sua cugina Rossana. Quando è sul punto di dichiararsi a lei, questa gli confessa di essere innamorata del giovane cadetto Cristiano. Cyrano – l’uomo capace di affrontare da solo decine di uomini armati – ha il cuore a pezzi. Ma aiuta Rossana e Cristiano a coronare il loro sogno di stare insieme, pur sacrificando la propria felicità.

Guccini rende alla perfezione l’indole di Cyrano e ce lo mostra immaginandolo mentre scrive una lettera alla sua amata in cui le dice ciò che non ha potuto dirle e la netta differenza fra il suo carattere fumantino quando è in pubblico e la sua vena poetica quando è solo con se stesso, rende questa canzone una sintesi perfetta dell’opera di Rostand.

Se ancora non l’avete fatto, vi consiglio di leggerlo perché è spassosissmo, anche se scritto tutto in rima).

Una curiosità: Rostand si ispirò per il personaggio di Cyrano alla figura storica di Savinien Cyrano de Bergerac, filosofo, scrittore e soldato francese nato nel 1619 e morto neo 1655.



“Cirano”

Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto,
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.

Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati, 
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza; 
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura 
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l’ ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna. 
Gli orpelli? L’arrivismo? All’ amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco, 
io non perdono, non perdono e tocco! 

Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti, 
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false 
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte 
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese. 
Non me ne frega niente se anch’ io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco, 
io non perdono, non perdono e tocco! 

Ma quando sono solo con questo naso al piede 
che almeno di mezz’ ora da sempre mi precede 
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore 
che a me è quasi proibito il sogno di un amore; 
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute, 
per colpa o per destino le donne le ho perdute 
e quando sento il peso d’ essere sempre solo 
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo, 
ma dentro di me sento che il grande amore esiste, 
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo così diversi, 
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi… 

Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un’ altra vita; 
se c’è, come voi dite, un Dio nell’ infinito, guardatevi nel cuore, l’ avete già tradito 
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l’ uomo è solo in questo abisso, 
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali; 
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti. 
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco, 
io non perdono, non perdono e tocco!
 

Io tocco i miei nemici col naso e con la spada, 
ma in questa vita oggi non trovo più la strada. 
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo, 
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo: 
dev’ esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto 
dove non soffriremo e tutto sarà giusto. 
Non ridere, ti prego, di queste mie parole, 
io sono solo un’ ombra e tu, Rossana, il sole, 
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora, 
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora 
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano, 
se mi ami come sono,

per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo…Cirano

– Francesco Guccini –