Ipse dixit

Quello che vi do, non è né una dottrina né un insegnamento. E da quale pulpito potrei indottrinarvi? Vi informo della via presa da quest’uomo, della sua via, ma non della vostra. La mia via non è la vostra via, dunque non posso insegnarvi nulla. La via è in voi, ma non in dèi, né in dottrine, né in leggi. In noi è la via, la verità e la vita.

–  Carl Gustav Jung –

Fonte: https://le-citazioni.it/autori/carl-gustav-jung/

Ipse dixit


«Ho spesso visto persone diventare nevrotiche per essersi accontentate di risposte inadeguate o sbagliate ai problemi della vita; cercano la posizione, il matrimonio, la reputazione, il successo esteriore o il denaro, e rimangono infelici e nevrotiche anche quando hanno ottenuto tutto ciò che cercavano. Persone del genere di solito sono confinate in un orizzonte spirituale troppo angusto, la loro vita non ha sufficienti contenuti, non ha significato, se riescono ad acquistare una personalità più ampia generalmente la loro nevrosi scompare. Tra i cosiddetti nevrotici del nostro tempo ve ne sono molti che in altre epoche non lo sarebbero stati, non sarebbero stati cioè in disaccordo con sé stessi: se fossero vissuti in un’epoca, in un ambiente nel quale l’uomo attraverso i miti era ancora in rapporto con il mondo ancestrale e quindi con la natura sperimentata realmente e non vista solo dall’esterno avrebbero potuto evitare questo disaccordo con sé stessi.

Oggi si vuol sentire parlare di grandi programmi politici ed economici ossia proprio di quelle cose che hanno condotto i popoli ad impantanarsi nella situazione attuale, ed ecco che uno viene a parlare di sogni e di mondo interiore… tutto ciò è ridicolo, che cosa crede di ottenere di fronte ad un gigantesco programma economico, di fronte ai cosiddetti problemi della realtà? Ma io non parlo alle nazioni, io mi rivolgo solo a pochi uomini. Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male, perciò, per essere ragionevole, l’uomo dovrà cominciare con l’esaminare sé stesso, e poiché l’autorità non riesce a dirmi più nulla, io ho bisogno di una conoscenza delle intime radici del mio essere soggettivo. È fin troppo chiaro che se il singolo non è realmente rinnovato nello spirito neppure la società può rinnovarsi poiché essa consiste nella somma degli individui.»

– Carl Gustav Jung –


(fonte: Jung Psicologia e Cultura)

Tipi psicologici e un test

 

 

 

Jung definisce il tipo psicologico come ciò  “che determina e limita il giudizio dell’uomo” tal che “ogni modo di considerare le cose è necessariamente relativo, vale a dire influenzato “dal modo con cui l’individuo si rivolge al mondo, il suo rapporto con gli uomini e le cose.

 

I tipi psicologici da lui individuati – nel suo saggio intitolato, appunto “Tipi psicologici” – si dividono in 8 tipi fondamentali e corrispondono al modo in cui ogni individuo si rapporta al mondo circostante. Dice Jung:

 

«Il tipo è un esempio od un modello delcarattere peculiare di una specie o di una collettività. Nel senso più ristretto di questo lavoro, il tipo è un modello caratteristico di un atteggiamento generale, che si manifesta sotto diverse forme individuali. Dei numerosi tipi possibili in questa sede ne ho definiti quattro; essi sono quelli che seguono le quattro funzioni psichiche fondamentali: il pensiero, il sentimento, l’intuizione, la sensazione. Quando un tale atteggiamento è abituale e caratterizza l’individuo, io parlo di tipo psicologico. I tipi basati sulle funzioni fondamentali si possono chiamare: tipo di pensiero (o logico), tipo sentimentale, tipo intuitivo, tipo sensoriale; tutti questi tipi si dividono in razionali e irrazionali. Ai primi appartengono il tipo di pensiero e quello sentimentale; ai secondi il tipo sensoriale e il tipo intuitivo. Infine, le preferenze della libido permettono di distinguere introversi ed estroversi. Tutti i tipi fondamentali possono appartenere ad ambedue le classi, secondo che domini l’introversione o l’estroversione».

 

Jung arriva, quindi, a ipotizzare l’esistenza di otto tipi psicologici: il tipo pensiero-estroverso, il tipo sentimentale-estroverso, il tipo intuitivo-estroverso, il tipo sensoriale-estroverso, il tipo pensiero-introverso, il tipo sentimentale-introverso, il tipo intuitivo-introverso, il tipo sensoriale-introverso.

 

Così Jung definisce l’introversione:

 

«Chiamo introversione il rivolgersi della libido verso l’interno del soggetto. Questo fatto esprime un rapporto negativo del soggetto verso l’oggetto. L’interesse non si dirige verso l’oggetto, ma si ritira e ritorna verso il soggetto stesso.
L’uomo introverso pensa, sente e agisce in un modo che mostra chiaramente che è il soggetto a determinare ogni suo atteggiamento, mentre l’oggetto ha solo un’importanza secondaria. L’introversione può avere un carattere intellettuale o affettivo; essa può anche avere come suo carattere distintivo l’intuizione o la sensazione; essa è attiva se il soggetto vuole isolarsi dall’oggetto; è passiva quando il soggetto è incapace di ricondurre sull’oggetto la libido che se ne ritrae. L’introversione abituale è caratteristica del tipo introverso».

 


Definisce invece così l’estroversione:

 

«Estroversione significa orientamento della libido verso l’esterno. Chiamoestroverso un rapporto del soggetto con l’oggetto tale che l’interesse soggettivo si muove positivamente versol’oggetto. Nello stato di estroversione si pensa, si sente e si agisce relativamente all’oggetto, in modo evidente e direttamente percettibile, tanto che l’atteggiamento positivo del soggetto riguardo all’oggetto è fuori di dubbio. In un certo senso, è un atto di trasferimento dell’interesse del soggetto nell’oggetto. Se si tratta di un’estroversione del pensiero, il soggetto si pensa in qualche modo nell’oggetto; se si tratta invece di un’estroversione del sentimento, questo compenetrerà l’oggetto come dall’interno. Nello stato di estroversione il soggetto è fortemente ma non esclusivamente condizionato dall’oggetto. L’estroversione è attiva quando è intenzionale, voluta dal soggetto; passiva, al contrario, quando è l’oggetto che l’ottiene con forza, attirando, suo malgrado, l’interesse del soggetto. L’estroversione abituale produce il tipo estroverso»

 

 

Sulla classificazione di Jung sopra riportata si basa il cosiddetto Indicatore di personalità di Myers-Briggs – o MBTI (Myers-Briggs Type Indicator).


Questo indicatore fu elaborato da Katharine Cook Briggs e sua figlia Isabel Briggs Myers, durante la seconda guerra mondiale per aiutare le donne, che stavano entrando per la prima volta nel mondo del lavoro per colmare il vuoto lasciato dagli uomini, impegnati in guerra, a capire quali fossero i mestieri più adatti a loro. 

 

Jung propose l’esistenza di due coppie dicotomiche di funzioni cognitive:

 

la coppia di giudizio o razionale: ragionamento e sentimento

la coppia di percezione o irrazionale: intuizione e sensazione.

 

Ogni persona esprimerebbe queste funzioni prevalentemente “verso gli altri” (in maniera estro-versa) oppure “verso la sfera interiore” (in maniera intro-versa).

 

Partendo dalle date le dicotomie estroverso/introverso, ragionamento/sentimento, sensazione/intuizione, la teoria di Jung individua otto possibili archetipi di personalità.

 

Nell’indicatore di Myers-Briggs aggiunge quarta dicotomia – giudizio / percezione –  che individua quale delle funzioni l’individuo utilizza preferibilmente nel suo rapporto col mondo esterno.

 

Questo indicatore, quindi, arriva ad individuare  16 tipi psicologici.

 

Le quattro coppie di caratteristiche sono così schematizzate:

 

Dicotomie: 

 

Estroversione (E) – (I) Introversione


Sensitività (S) – (N) Intuizione


Ragionamento (T) – (F) Sentimento


Giudizio (J) – (P) Percezione

 

Le lettere fra parentesi fanno riferimento ai corrispondenti termini inglesi:


extraversion / ntroversion,


sensitivity / intuition,


thinking / feeling,


judgment / perception.

 

 

 

I sedici tipi di personalità individuati dall’MBTI sono, quindi:

 

 

ISTJ  ISFJ  INFJ  INTJ


ISTP  ISFP  INFP  INTP


ESTP  ESFP  ENFP  ENTP


ESTJ  ESFJ  ENFJ  ENTJ

 

 

 

 

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Tipi_psicologici e https://it.wikipedia.org/wiki/Indicatore_Myers-Briggs

 

 

Esistono alcuni test della personalità basati sull’indicatore MBTI; questo è uno

 

https://www.16personalities.com/it

 

Io l’ho rifatto a distanza di tempo e ho notato un cambiamento nel mio modo di intendere la mia vita e di gestirla. Può essere uno svago oppure un’informazione utile su se stessi. Questione di scelte… 😉

 

 

 

 

 

Ipse dixit

” Noi siamo un processo psichico che non controlliamo, o che dirigiamo solo parzialmente. Di conseguenza, non possiamo pronunciare alcun giudizio conclusivo su noi stessi o sulla nostra vita. Se lo facessimo, conosceremmo tutto, ma gli uomini non conoscono tutto, al più credono solamente di conoscerlo. In fondo, noi non sappiamo mai come le cose siano avvenute. La storia di una vita comincia da un punto qualsiasi, da qualche particolare che per caso ci capita di ricordare; e quando essa era a quel punto, era già molto complessa. Noi non sappiamo dove tende la vita: perciò la sua storia non ha principio, e se ne può arguire la meta solo vagamente. La vita umana è un esperimento di esito incerto. E’ un fenomeno grandioso solo in termini quantitativi. Individualmente, è così fugace, così insufficiente, da doversi letteralmente considerare un miracolo che qualcosa possa esistere e svilupparsi. Fui colpito da questo fatto tanto tempo fa, quando ero un giovane studente di medicina, e mi sembra sempre miracoloso di non venir annientato prematuramente. La vita mi ha sempre fatto pensare a una pianta che vive nel suo rizoma: la sua vera vita è invisibile, nascosta nel rizoma. Ciò che appare alla superficie della terra dura solo un’estate, e poi appassisce, apparizione effimera. Quando riflettiamo sull’incessante sorgere e decadere della vita e delle civiltà, non possiamo sottrarci a un’impressione di assoluta nullità: ma io non ho mai perduto il senso che qualcosa vive e dura oltre questo eterno fluire. Quello che noi vediamo è il fiore, che passa: ma il rizoma perdura. In fondo, le sole vicende della mia vita che mi sembrano degne di essere riferite sono quelle nelle quali il mondo imperituro ha fatto irruzione in questo mondo transeunte. Ecco perché parlo principalmente di esperienze interiori, nelle quali comprendo i miei sogni e le mie immaginazioni. Questi costituiscono parimenti la materia prima della mia attività scientifica: sono stati per me il magma incandescente dal quale nasce, cristallizzandosi, la pietra che deve essere scolpita. “

– Carl Gustav Jung, “Ricordi, sogni,riflessioni” –