Ipse dixit


<< “Naturalmente intelligente” non è tanto – a mio parere – chi afferra rapidamente, ma chi intuisce se la sua comprensione è apparente o reale, chi ha un “sesto senso” per le concatenazioni mentali non corrette o prive di qualche anello, chi – avvertendo oscuramente di non aver capito bene – non trova pace fino a che non ha capito fino in fondo. L’uomo “naturalmente intelligente” avverte un disagio intimo, e a volte un senso fisico di inquietudine e di malessere, quando un ragionamento non è perfetto in tutte le sue parti. Ora, l’intelligenza che è talvolta un dono di natura può essere sempre il risultato di un tirocinio, di un lavoro sistematico, di un metodo. >>


– Lucio Lombardo Radice, “L’educazione della mente”


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10 pensieri riguardo “Ipse dixit

      1. Mi è piaciuto soprattutto il discorso di sforzarsi di capire, di andare oltre le apparenze e gli eventuali errori. L’uomo davvero intelligente dovrebbe soffrire di fronte ad un ragionamento che non funziona, che non è perfetto in tutte le sue parti.

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        1. Qui, secondo me, entrano in gioco concetti come ‘coerenza’, ‘logica’, ‘filosofia’ (intesa come ‘amore per il sapere’): tutte cose troppo impegnative per l’uomo della strada, quasi orgoglioso di stare vivendo in una ‘società liquida’.

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